lunedì 31 ottobre 2016

BAKLAVA TO TARTE TATIN: TIRIAMO LE SOMME?


Soddisfazione doppia, anzi no tripla, anzo no quadrupla, per questo Starbook che ha ricordato in molti aspetti i primi passi di questo progetto: quando, cioe', si provavano libri alla cieca, acquistati solo dietro quell'ineffabile (e maledetto) impulso che ci portava a mettere nel carrello della spesa volumi di perfetti sconosciuti, capaci di catturare la nostra attenzione con titoli "giusti", foto perfette e grafiche irresistibili.

Con tutto il rispetto per il bravissimo Bernard Laurance, infatti,quello che ci accingevamo a provare, agli inizi di Ottobre,  non era un libro di qualche mostro sacro, come stava capitando sempre piu' spesso, su questi schermi: non era Slater, non era la Henry, non era l'opera di uno di quegli autori mediatici, che hanno dietro squadre intere di signori professionisti, per cui e' impossibile che sbaglino un colpo. E non era  neppure uno di quei libri "senza le figure" , ma il cui contenuto  si annuncia pero' cosi prorompente da far passare in secondo piano la sua confezione.

Questo, al contrario, era un libro bellissimo, almeno all'esterno, scritto pero' da un autore che, per quanto famoso, non era ancora supportato ne' da un successo internazionale ne' dall'esercito di collaboratori di cui sopra.
Il classico libro da food blogger, in poche parole.
Bellissimo, nella grafica.
Ma nei contenuti, chissa'.

Ad essere sinceri, le prime titubanze erano sparite gia' leggendo l'indice: una carrellata che alzava lo sguardo dai soliti confini e che recuperava ricette di tradizione, senza quelle varianti che, in un progetto del genere, volto a far conoscere dolci pressoche' sconosciuti, sarebbero apparse come una nota stonata.
Il cielo si schiariva anche leggendo le ricette: accurate, precise, spiegate nei dettagli, con tutti i passaggi ben descritti e pure in un ordine logico e coerente, con la chiarezza espositiva che e' propria solo di chi li ha eseguiti per davvero.
E poi, finalmente, la prova sul campo: a parte una sola ricetta, tutte le altre sono riuscite alla perfezione, confortando, nei sapori noti, e stupendo, in quelli del tutto nuovi, e sempre in positivo. L'unica critica, forse, e' uno sbilanciamento sul fronte francese: ci sta, sia chiaro (l'autore e' francese e la pasticceria, che ci piaccia o no, l'abbiamo lasciata ai cugini :)), ma tale e' stato l'entusiasmo nello scoprire questo universo parallelo di dolci del mondo che avremmo barattato volentieri un macaron con una ricetta ancora tutta da scoprire.

Di certo, quello che non baratteremo con nient'altro sara' questo libro e, se le reazioni dei nostri lettori non ci ingannano, saremo in ottima compagnia. Qualcosa ci dice che continueremo a vedere ricette tratte da Baklava to Tarte Tatin anche nei prossimi mesi, qui e altrove (e il Redone, vi prego!, non dimenticatevi il Redone): e siamo sicure che saranno tutte bellissime!

Ci vediamo il mese prossimo, con un'altra sorpresa
Alessandra



domenica 30 ottobre 2016

SEA SALT & OLIVE OIL PAIN D'EPI







Ecco l'ultima ricetta di Elena C. per il Redone di Ottobre, che ci è pervenuta via email

Da Home cooking made easy di Lorraine Pascale
Ingredienti:
275 gr farina bianca forte più un po' per spolverare
1 cucchiaino scarso di sale più un po' per spolverare
2 cucchiai lievito secco attivo (io 1 aumentando i tempi di lievitazione)
150-185  ml di acqua tiepida
1 cucchiaio di olio evo.

Mettere in una ciotola capiente o planetaria la farina, il sale, lievito e aggiungere acqua qb (mantenendosi nel range dato) e olio.
Lavorare la pasta 10 minuti se a mano, 5 in planetaria.
Spolverare con un po' di farina una teglia capiente e dare alla pasta la forma di una baguette, solo più fina.
Coprire la teglia con pellicola e lasciare lievitare fino a che non raddoppierà il suo volume.
Scaldare il forno a 200°
Spolverare il filoncino con un po' di farina e sistemarlo per il lungo di fronte a Voi, iniziare dall'estremità più distante, tenere le forbici parallele al pane e poi inclinarle a 45 gradi. Fare un ampio taglio a circa 10 cm come se voleste tagliare via il pezzo (senza tagliarlo tutto), quindi prendere il pezzo e spostarlo sulla sinistra, poi continuare tagliando e spostando gli altri pezzi alternando gli spostamenti uno a destra e uno a sinistra.
Cospargere con farina e sale , spruzzare un po' di acqua nel forno per creare vapore ed infornare per 25 minuti o fino a che il pane non sarà cotto.
NOTE
Io ho diminuito la quantità di lievito prolungando i tempi di lievitazione (perchè avevo più tempo a disposizione e odio usare grandi quantità di lievito)
Ci ho messo un po' a capire come spostare i pezzettini di impasto, e non credo di esserci riuscita proprio bene.
Credo sia un pane perfetto per un aperitivo a casa con gli amici, un tagliere di salumi di qualità e qualche oliva (fatte dal mio babbo) sono l'accompagnamento perfetto.
Per me la ricetta è senza dubbio PROMOSSA; le mie pieghe invece, sono rimandate al prossimo tentativo.

Elena C.

sabato 29 ottobre 2016

CAULIFLOWER CAKE



Pubblichiamo oggi, il contributo al Redone di Ottobre di Veronica R., che ci è pervenuto via email

Eccomi ancora qui, questa è la ricetta per il Redone di Ottobre
Non conoscevo Ottolenghi, ma grazie allo Starbooks i suoi libri fanno bella mostra nella libreria di casa, ho scelto questa ricetta perché mangio verdura solo da qualche anno e cerco sempre nuovi modi di camuffarla o renderla più invitante. Questa torta è a prova di scettici, il cavolfiore è ottimo in questa veste!

Cauliflower Cake
Plenty more Yotam Ottolenghi


Ingredienti per una tortiera da 24 cm

Un cavolfiore piccolo, circa 450 gr, tagliato a piccole cime
Una cipolla rossa media circa 170 gr (per me di tropea direttamente dall'orto)
75 ml di olio di oliva
1/2 cucchiaino di rosmarino tritato finemente
7 uova
120 gr di farina setacciata
un cucchiaino e mezzo di lievito per torte salate
15 gr di basilico tritato 
1/3 di cucchiaino di curcuma
150 gr di parmigiano reggiano
Sale e pepe 
1 cucchiaio di semi di sesamo 
1 cucchiaino di semi di nigella
Burro fuso per ungere la teglia


Preriscaldare il forno a 180 gradi.

Mettere le cime di cavolfiore in una pentola, aggiungere 1 cucchiaino di sale e coprire con l'acqua, far bollire per circa 15 minuti o finché le cime saranno morbide, scolare e lasciare nello scolapasta per eliminare tutta l'acqua.
Tagliare da un lato la cipolla in 4 fette, ciascuna a uno spessore di circa mezzo cm e lasciare da parte. Tritare la rimanente cipolla e metterla in una pentola con olio e rosmarino cuocendo per circa 10 minuti su fuoco medio (per me fuoco basso, altrimenti mi troverei con un ammasso di cipolle carbonizzate), finché morbida.
Far raffreddare. Mettere la cipolla cotta e raffreddata in una ciotola, unire le uova ed il basilico mescolando bene, aggiungere la farina, il lievito, la curcuma, il parmigiano, un cucchiaino di sale e il pepe.
Girare bene ed unire le cime di cavolfiore lessate girando piano in modo da non romperle.
Foderare una tortiera da 24 cm di diametro con carta forno e ungere con burro fuso, quindi spolverizzare con i semi di sesamo e quelli di nigella mischiati in modo che si attacchino ai bordi.
Versare il composto e decorare con le fette di cipolla tenute da parte.
Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 45 minuti (nel mio forno, che è molto delicato, ci sono voluti 55 minuti), finché ben dorato e una lama di un coltello inserita nel centro della preparazione uscirà pulita.
Far riposare almeno 20 minuti a temperatura ambiente prima di servire.

Note

- Non ho trovato i semi di nigella e ho aggiunto altro sesamo, come si può vedere dalla foto ho abbondato perché creano una crosticina molto piacevole.
- Io l'ho mangiata anche calda e mi è piaciuta più che tiepida ma è a gusto personale.
- Non sa di cavolfiore! O meglio, il cavolfiore con l'aggiunta delle spezie prende un sapore ottimo, testata anche con chi, inspiegabilmente ;) , non ama questo ortaggio.

La ricetta è spiegata bene, la torta è ottima e bella da vedersi per cui è

PROMOSSA
Veronica 

venerdì 28 ottobre 2016

TUILES ALLE MANDORLE


Quando ho scoperto quale sarebbe stato il libro del mese, ammetto di essere rimasta un po’ perplessa, poiché non conoscevo l’autore. Ma delle ragazze dello Starbooks mi fido ciecamente, quindi non avevo dubbi che sarebbe stato un testo interessante.

Quando poi ho dovuto scegliere la ricetta da fare, è stata la fine. Scorrendo l’indice non ce n’era una che non mi incuriosisse o volessi fare da tempo. 

Fra queste, c’era anche quella delle tuiles alle mandorle. 

Le tuiles sono un biscotto molto sottile e croccante, chiamate così perché la loro forma ricorda delle tegole. Si tratta di un classico della pasticceria francese e in questa versione sono arricchite dalla presenza delle mandorle, che le rendono ancora più golose. Possono essere servite con il tè o il caffè così come sono, ma possono anche trasformarsi in veri e propri dessert, con l’aggiunta di una crema, del gelato o della panna. 

Ma vediamo come me la sono cavata con la ricetta di Bernard :) 

TUILES ALLE MANDORLE

Ingredienti (per circa 24 tuiles):

140 g di albumi leggermente sbattuti (io ho usato quelli pastorizzati)
250 g di mandorle a lamelle
160 g di zucchero (io super fine)
30 g di farina 00
50 g di burro fuso

In una ciotola mettete le mandorle a lamelle, lo zucchero, la farina e mescolate.
Aggiungete gli albumi.
Aggiungete alla miscela anche il burro fuso (e freddo). Mescolate il composto finché le mandorle non saranno ben distribuite e gli ingredienti amalgamati.
Fate riposare l’impasto in frigo per un’ora.
Preriscaldate il forno a 170°C. Ricoprite una teglia con della cartaforno.
Riprendete l’impasto e mettetelo a cucchiaiate sulla teglia, formando dei mucchietti - non più di sei (abbastanza distanti gli uni dagli altri). Appiattite ciascun mucchietto con il dorso di un cucchiaio, cercando di renderli più sottili possibile e dando loro una forma ovale. Più sottili e uniformi saranno le tuiles, più regolarmente cuoceranno e doreranno.
Cuocete le tuiles per 10-12 minuti, senza perderle d’occhio. Le tuiles saranno cotte quando saranno ben dorate sia al centro che sui bordi.
Rimuovete la teglia dal forno e, usando una spatola, prendete le tuiles e mettetele su un mattarello, per conferire loro la caratteristica forma ricurva. 
Ripetete questi passaggi con il resto dell’impasto.
Il trucco sta nel rimuovere le tuiles molto velocemente, perché raffreddandosi si solidificano subito. Le tuiles sono migliori se mangiate il giorno stesso della preparazione, ma si conservano bene per un paio di giorni, se tenute in un barattolo a chiusura ermetica che le preserva dall’umidità.

NOTE:

  • Le tuiles sono un biscotto apparentemente semplice da preparare, ma nascondono diverse insidie. Per fortuna, Laurance spiega anche i passaggi critici nei minimi dettagli ma al tempo stesso senza creare “ansia” nel lettore. Lui ti dice esattamente cosa fare, quando farlo e come. Insomma, impossibile sbagliare, se si seguono le sue indicazioni alla lettera.
  • Personalmente ho preparato metà dose della ricetta, visto che le tuiles sono molto delicate, temono l’umidità e non volevo certo buttarle. Da una parte è stato meglio così… perché sono così buone che una tira l’altra e avrei rischiato di mangiarle tutte!
  • Non abbiate paura di cuocerle. Se le togliete troppo presto (come ho fatto io la prima volta) alla fine vi ritroverete con un biscotto molle e gommoso. Rendetele completamente dorate, così come dice di fare Laurance, e saranno perfette.

C’è davvero poco altro da aggiungere, la ricetta è assolutamente e indiscutibilmente

PROMOSSA

Alessandra C. de La cucina di zia Ale

giovedì 27 ottobre 2016

PARIS-BREST






La scelta di questo dolce, per me, è stata immediata.

Nell'introduzione l'autore parla dei mille tentativi fatti, (si definisce un martire) per arrivare al risultato che più si avvicina alla sua idea di questo dolce. La crema è definita RICCA e UNTUOSA ed io non riesco proprio a dargli torto! Si raccomanda inoltre di preparare i cerchi di choux, la crema pasticcera e il pralinato il giorno prima di servire i dolci.

Per 9 Paris-Brest

Ingredienti per la PASTA CHOUX:

125 ml di latte
125 ml acqua
5 gr zucchero
5 gr sale
100 gr burro
140 gr farina
250 ml di uova leggermente sbattute (circa 5 uova)
mandorle o nocciole pelate e spezzettate per spolverare

Ingredienti per PASTRY CREAM

2 bacche di vaniglia
100 gr tuori d'uovo
50 gr maizena
125 gr zucchero (diviso in due)
500 ml latte parzialmente scremato
50 gr burro non salato

Ingredienti per CUSTARD-BASED BUTTERCREAM

80 gr tuorli d'uovo
100 gr zucchero (diviso in due)
100 ml latte intero
420 gr burro a temperatura ambiente
450 gr pralinato

Ingredienti PRALINE PASTE

200 gr zucchero
vaniglia
30 ml acqua
150 gr mandorle non pelate
150 gr nocciole non pelate

zucchero a velo per decorare
 
Per la pasta choux:
Preriscaldate il forno a 200° C.
Versare latte, acqua, sale e zucchero in una casseruola a fuoco basso, aggiungere il burro. Quando raggiunge il bollore, togliere dal fuoco e versare tutta insieme la farina girando energicamente con un cucchiaio di legno per amalgamare. Rimettere la casseruola sul fuoco girando costantemente per far asciugare l'impasto fino a che non si stacca dal fondo e dai bordi.
Trasferire l'impasto nella ciotola della planetaria con la foglia e a più riprese unire le uova, unendole all'impasto solo quando le precedenti sono ben amalgamate.
Disegnare dei cerchi di 7-8 cm di diametro su due fogli di carta da forno, girare i fogli per evitare che l'impasto venga a contatto con la parte scritta e usare i disegni come guida per formare i cerchi di choux, poi cospargerli con nocciole o mandorle a pezzetti.
Cuocere per 20-30 minuti, fino a che non diventino dorati e ben gonfi; stando attenti a non toglierli troppo presto, pena, il loro inesorabile afflosciamento. Lasciare freddare su una gratella per 12 ore.

Per il pralinato:
Versare in una casseruola larga zucchero, polvere di vaniglia e acqua; mettere su fuoco medio-alto e portare a bollore. Quando lo sciroppo inizia a “tirare” aggiungere tutte insieme le nocciole e le mandorle e girare con un cucchiaio di legno. Il composto inizierà a cristallizzare, continuate a girare facendo in modo che tutte le mandorle e nocciole siano ricoperte di zucchero e non si attacchino tra di loro. A questo punto inizierà a tostare (abbassare la fiamma se arrostiscono troppo in fretta)e successivamente a caramellare. Controllare che il calore non sia troppo per evitare che lo zucchero bruciando diventi amaro. Togliere il composto dal fuoco e versarlo su tappetino di silicone o teglia con carta da forno e far raffreddare.
Una volta freddo, romperlo in pezzi e frullarlo in un robot da cucina. Nella prima parte diventerà una polvere pralinata, ottima per cospargere gelati; continuando si trasformerà in una pasta, più verrà lavorata e più sarà liquida. A differenza del pralinato fatto in modo professionale (che risulta più setoso), quello fatto in casa sarà più granuloso ma con lo stesso sapore e una texture più “crunchy”.

Per la crema pasticcera:
Aprire la bacca di vaniglia e con un coltellino raschiare i semini, metterli in una ciotola insieme a tuorli d'uovo, maizena, metà dello zucchero e lavorare con una frusta, fino a dissolvere lo zucchero.
In una casseruola a fuoco basso, portare a bollore il latte con l'altra metà dello zucchero, burro e la bacca di vaniglia raschiata in precedenza. Una volta raggiunto il bollore versare lentamente il latte sul composto di uova e girare bene per amalgamare il tutto, rimettere tutto nella casseruola e riportarla a bollore girando costantemente per due minuti.
Mettere la crema a freddare in una ciotola coperta con pellicola a contatto, prima a temperatura ambiente e poi in frigorifero fino al giorno seguente.

Per la crema al burro:
Miscelare insieme i tuorli d'uovo e metà dello zucchero fino a che non sarà chiaro e denso.
In una casseruola, a fuoco basso, far bollire il latte con l'altra metà dello zucchero, versarlo poi sul composto di tuorli e zucchero e girare. Rimettere sul fuoco e portare (sempre mescolando) ad una temperatura di 86°C.
Una volta raggiunta la temperatura, mettere la crema nella ciotola della planetaria munita di frusta, avviarla a media velocità fino a che non sarà completamente fredda.
Trasferire la crema raffreddata in un recipiente e lavare la ciotola della planetaria.
Montare il burro in planetaria (o con fruste elettriche) per 5 minuti fino a che chiaro e spumoso.
Aggiungere la crema (che deve avere la stessa temperatura del burro) e incorporare.
Una volta ben combinato aggiungere il pralinato e far raffreddare in frigo per 1 ora.

Composizione del dolce:
Togliere dal frigo la crema al burro pralinata e farla girare in planetaria per arearla.
Rimuovere la bacca di vaniglia dalla crema pasticcera preparata il giorno precedente, pesarne 500 gr e aggiungerla alla crema al burro.
Tagliare orizzontalmente i cerchi di pasta choux e farcire generosamente con la crema. Aggiungere 5 o 6 mandorle caramellate sulla crema, coprire con l'altra metà e far freddare in frigo per almeno 3 ore prima di servire.
Spolverare di zucchero a velo al momento di servire.


NOTE

La ricetta è un po' lunga ma con un minimo di organizzazione è assolutamente fattibile.
La crema è realmente ricca e untuosa, stucchevole solo se mangiata in grandi quantità.
Ero un po' scettica sul lasciare riposare i cerchi di pasta choux per 12 ore ma oltre ad un certo nervosismo per paura diventassero chewing-gum, mi son dovuta ricredere.
Al contrario con l'autore (per gusto personale) consiglio di non essere troppo generosi con la farcitura.

Per me la ricetta è

PROMOSSA


Elena Conte

mercoledì 26 ottobre 2016

DATE AND WALNUT PASTRIES (MA'AMOUL)


Cominciamo col dire che vorrei uno stampo da Ma'amoul, in grado di creare gli eleganti dolcetti che vedete nella foto (del libro, non mia). E se lo vorrei non è per il puro piacere di avere un attrezzo di cucina in più, ma perché davvero tale stampo rende giustizia alla bontà di questi dolcetti, dai profumi e sapori di Oriente.
Intendiamoci, la ricetta riesce perfettamente anche senza il grazioso stampo: otterremo delle semplici palline ugualmente buone, ma volete mettere la grazia di un Ma'amoul comme il faut? Non c'è paragone, ed è un peccato.


Ma andiamo con ordine.
Ho scelto questi dolcetti perché mi attirava l'aroma dell'acqua di fiori d'arancio nell'impasto, e mi incuriosiva il fatto che siano poco dolci e senza uova per giunta.
Lo zucchero dell'impasto è poco ed esalta il sapore dei datteri del ripieno, che sono proprio quelli che danno dolcezza all'insieme. Il risultato è gradevolissimo e per niente stucchevole, e mi ha ricordato i buccellati siciliani che preparava mia nonna a Natale, con fichi secchi e spezie: è proprio vero che la cucina del bacino del Mediterraneo presenta molte similitudini e del resto non è così peregrina l'idea che i Ma'amoul siano stati importati in Sicilia nel corso degli scambi commerciali con il Nord Africa, come è ad esempio avvenuto per il cuscus.

Tornando alla ricetta, ho avuto solo un momento di sconcerto quando ho letto la nota di Laurance sulle proporzioni tra ripieno e frolla: il 64% di frolla e il 36% di ripieno costituiscono secondo lui il dolcetto ideale. Fortunatamente ha anche tradotto tali proporzioni in grammi: si fanno palline di frolla di 14 g e palline di ripieno di 8 g circa. Detto così suona molto più fattibile, in effetti. :-)

Tra parentesi e in corsivo le mie note o variazioni.

DOLCETTI AI DATTERI E NOCI (MA'AMOUL)
Da: B. Laurance - Baklava to Tarte Tatin - Flammarion


Per circa 40 dolcetti:

200 g di semolino fine (vedi note)
165 g di farina 00
100 g di burro molto freddo a dadini
70 g di zucchero a velo
60 ml di acqua di fiori d'arancio

Per il ripieno:

230 g di datteri umidi
100 g di gherigli di noci


Per l'impasto, mettere il semolino e la farina nella ciotola dell'impastatrice e mescolare per amalgamarli. Aggiungere il burro freddo a dadini e lavorare con la frusta a foglia, fino a ottenere un composto bricioloso. Aggiungere l'acqua di fiori d'arancio (io l'ho voluta fredda e l'ho tenuta in frigo mezz'ora) e lavorare fino a quando l'impasto si ammassa. Avvolgerlo con pellicola e farlo riposare in frigo per 20 minuti (io mezza giornata, perché stavo facendo altro).

Per il ripieno, snocciolare i datteri e metterli nel frullatore, riducendoli in pasta. Aggiungere i gherigli di noce e continuare a frullare finché non saranno ridotti a pezzettini.

Tirare fuori l'impasto dal frigo e suddividerlo in tante palline da 14 g l'una.
Formare con il ripieno palline da 8 g.
Appoggiare una pallina di frolla nell'incavo della mano e fare un buco nel mezzo. Allargarlo in modo che possa avvolgere la pallina di ripieno, mettere questa al centro e richiuderle l'impasto intorno.

Se si possiede lo stampo da Ma'amoul, si lavora in modo diverso: premere una pallina di impasto (senza ripieno) nello stampo e togliere quello in eccesso: questo modo si calibrano le dimensioni delle palline di impasto (e quindi di quelle di ripieno) da preparare. Io trovo (è Laurance che parla!) che le proporzioni del 64% di impasto e 36% di ripieno siano quelle che danno i risultati migliori.
Dopodiché si procede come descritto sopra, avvolgendo il ripieno nell'impasto, infine si preme il dolcetto nello stampo per imprimergli la forma, e lo si estrae battendo quest'ultimo delicatamente sul piano di lavoro. Dopo un po' il legno dello stampo si ungerà di burro e questa operazione risulterà più facile.

Preriscaldare il forno a 140 °C e cuocere i Ma'amoul per 20 minuti: devono avere un colore oro pallido.

Si conservano per 15 giorni in una scatola di latta chiusa ermeticamente.

OSSERVAZIONI

- Comincio dal semolino fine: avevo il dubbio che quello commercializzato in Italia fosse troppo grosso, e Alessandra me lo ha confermato quando ha fatto la sua Indian Semolina Carrot Cake. Mi ero chiesta all'epoca se la semola di grano duro potesse andare bene, ma poi ho deciso di no e ho proceduto diversamente: ho usato il semolino normale, che però ho macinato nel bicchiere del frullatore, quello che si usa per fare lo zucchero a velo, per intenderci. Temevo che mi venisse una polvere impalpabile, invece no: si controlla benissimo la finezza del prodotto finito. L'unico accorgimento è quello di macinare piccole quantità per volta: io l'ho macinato tutto assieme e una sia pur piccola parte mi è rimasta grossa. Ne ho risentito un po' al momento di formare i dolcetti. Frullandolo però in due o tre volte, si ottiene un prodotto omogeneo e sufficientemente fine.

- Ho usato una quantità di datteri e di noci leggermente superiore, per finire rispettivamente la confezione di datteri e le ultime noci che avevo in casa. Mi sono venuti 38 dolcetti e non mi è avanzato nulla.

- Ottima l'idea di preparare in anticipo le palline di impasto e quelle di ripieno: una volta fatto questo lavoro, il resto è semplicissimo.

- Per formare i dolcetti ho provato sia a stendere l'impasto a 3 mm di spessore con il mattarello, sia a stenderlo con il pollice sul mio palmo a uno spessore simile. Tutto sommato mi sono trovata meglio con il palmo.

- Forno: ognuno di noi conosce il suo. Per il mio forno 140 °C erano pochi e dopo 20 minuti i dolcetti erano ancora bianchi; di più, in casa non si sentiva profumo di biscotti. Ho aumentato la temperatura a 150 °C e li ho lasciati cuocere per altri 20 minuti, e finalmente ho sentito un delicato profumo di biscotti e il colore è arrivato (un po' troppo a dire il vero, ma la prossima volta mi saprò regolare meglio).

- Ricetta molto semplice e spiegata benissimo; con lo stampo da Ma'amoul sarebbero venuti anche bellini.

Per tutte queste ragioni per me la ricetta è

PROMOSSA



martedì 25 ottobre 2016

DEATH-BY-CHOCOLATE CAKE


Questa è la mia prima volta come Redoner allo Starbooks e non potevo essere più felice della scelta del libro per questo mese, amo cucinare ma preparare dolci mi dà, se possibile, ancora più soddisfazione. Scorrendo l'indice del libro, varie ricette mi hanno colpito, ma alla fine la presenza del caramello e del cioccolato mi hanno portato a scegliere questa torta. Laurance dice che l'idea per questo dolce gli è venuta mentre sonnecchiava e a suo dire è la migliore che abbia mai preparato.

Death-by-Chocolate Cake
L'assassin
Per uno stampo a cerniera di 15 cm di diametro

Ingredienti per 4-6 persone

180 gr di uova sbattute (circa 3 uova medie)
10 gr di farina 00
250 gr di zucchero
50 ml di acqua
150 gr di burro salato, a temperatura ambiente e tagliato a cubetti
125 gr di cioccolato fondente almeno al 60 %

Preriscaldare il forno a 145°C e foderare il fondo e l'anello della tortiera con carta forno.
Con uno sbattitore elettrico montare le uova e la farina per almeno 5 minuti, finché saranno ben gonfie. Trasferire quindi il composto nella ciotola della planetaria, munita della frusta per montare, a cui andrete ad aggiungere il caramello più tardi.
Mettere lo zucchero in una pentola dal fondo spesso su fuoco medio (con i miei fornelli meglio fuoco basso) e aggiungere l'acqua per ricoprire lo zucchero, fare attenzione che non rimanga zucchero sulle pareti della pentola perché causerebbe la cristallizzazione del caramello. Portare a bollore senza mescolare e senza muovere la pentola fino ad ottenere un caramello ambrato. Rimuovere dal fuoco.
Aggiungere molto lentamente il burro, mescolando, e facendo attenzione agli schizzi. Ad ogni aggiunta il caramello si raffredderà e assorbirà l'acqua contenuta nel burro.  
Aggiungere il caramello alle uova versandolo a pioggia, con il mixer alla velocità minima e incorporare bene. Nel frattempo sciogliere il cioccolato a bagnomaria o al microonde (io preferisco il bagnomaria ) e aggiungerlo alle uova e al caramello mescolando brevemente.
Versare il composto nella tortiera e livellarlo con una spatola. Cuocere per 45 minuti (nel mio forno 60 minuti). Per testare la cottura muovere delicatamente lo stampo, il centro della torta dovrebbe oscillare un poco, ma non deve comparire del liquido. Durante la cottura la torta crescerà molto per poi tornare della sua forma.
Lasciare raffreddare nello stampo sopra ad una griglia e metterla in frigo per almeno 12 ore o tutta la notte. Sformarla e lasciarla a temperatura ambiente 20 minuti prima di servirla a fette sottili.

Di seguito la tabella con i coefficienti, per fare una torta più grande dovrete moltiplicare gli ingredienti per il coefficiente indicato:

Diametro    Coefficiente
16 cm         1,14
18 cm         1,44
20 cm         1,77
22 cm         2,15
24 cm         2,56

Note
- Il nome della torta non potrebbe essere più azzeccato, è buonissima, si scioglie in bocca. In pratica un cioccolatino al caramello gigante!
Per scegliere un buon cioccolato fondente fate attenzione alla lista degli ingredienti, il cacao deve comparire come primo ingrediente e solo successivamente zucchero altrimenti la dicitura
   60 % o 70% non ha molto senso...
- Chi non ha la planetaria può usare lo sbattitore elettrico, la prossima volta io userò la planetaria anche per montare le uova, sono solo 3 ma non vedo perché sporcare due ciotole ;)
- Fate fette sottili perché è ottima ma molto densa...niente impedisce poi di fare un bis ;)
- Visti i tempi di cottura del caramello credo sia meglio sbattere le uova mentre fate il caramello per evitare che si smontino nel frattempo.

La ricetta è spiegata bene, avevo paura per il caramello visto il rapporto conflittuale che abbiamo ma è andato tutto bene per cui la ricetta è
PROMOSSA
PROMOSSA
Veronica R.

lunedì 24 ottobre 2016

MOROCCAN BISCOTTI - FEKKAS

Confesso che avrei voluto testare una ricetta più complessa, in particolare il Millefoglie e se non fosse per la mancanza di tempo di questo mese, lo avrei fatto.
Comunque prossimamente mi cimenterò e vi saprò dire.
Nel timore di non farcela, ho preferito optare per un'altra ricetta piuttosto semplice, anzi semplicissima direi.
Quando sono capitata sulla pagina di questi biscotti marocchini, leggendo la ricetta sono rimasta colpita dalla nota sul riposo "imbacuccato" a cui è sottoposto l'impasto dopo la prima cottura.
In secondo luogo mi è piaciuto l'uso oculato di zucchero, la presenza dell'olio e la minima quantità di burro.
Mandorle e uvetta mi hanno convinta definitivamente.
Abituata a preparare i cantucci, mi sono detta che con questi sarebbe stata una passeggiata, ma non è così scontato.
Questi biscotti creano il cosiddetto "effetto patatina": non si riesce a smettere di mangiarli.
Ed il successivo è sempre più buono del precedente.
Una maledetta droga.
Ingredienti per c.ca 1,5 kg di biscotti
100 g di mandorle intere pelate o meno
100 g di uvetta sultanina
250 g di zucchero a velo
3 uova
100 ml di olio
100 g di burro fuso
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
11 g di lievito in polvere
770 g di farina
1 generoso pizzico di sale

In primo luogo preparate le mandorle e l'uvetta.
Con un coltello molto affilato, tagliate ogni mandorla in 6/7 fettine.
Quindi mettete l'uvetta in una larga tazza o ciotola e con un paio di forbici, tagliuzzatela come fate per le erbe aromatiche. I pezzetti dovrebbero essere piccoli così che mandorle e uvetta possano distribuirsi equamente nel composto.
Preriscaldate il forno a 180°. Coprite una teglia con carta da forno.
Mischiate lo zucchero a velo con le uova giusto fino a quando saranno amalgamati. Non c'è bisogno di montare per avere un composto chiaro e gonfio.
Versatevi l'olio ed il burro fuso, l'estratto di vaniglia, mescolano con un cucchiaio di legno o lavorando gli ingredienti con le vostre mani. Quindi aggiungete le mandorle e l'uvetta e mescolate a combinare il tutto.
Gradatamente aggiungete la farina ed il sale al composto.
Quando tutta la farina sarà stata incorporata, dovreste essere in grado di modellare la pasta con facilità.
Dividetela in 5 parti uguali e rollate ogni pezzo in un rotolo di 4 cm di diametro.
Disponete ogni rotolo sulla teglia. Potete cuocere tutti i rotoli nello stesso tempo, a patto che non si tocchino fra loro.
Cuocete in forno per c.ca 20 minuti fino a quando i rotoli non saranno leggermente dorati.
Appena togliete la teglia dal forno, copritela con un canovaccio pulito. Quindi avvolgete il tutto, teglia, rotoli, canovaccio con una pellicola di plastica resistente al calore.
Questo tratterrà l'umidità all'interno dei fekkas.
Fate raffreddare completamente per almeno 4 ore o tutta la notte.
A questo punto se volete ottenere una piccola quantità, potete congelare la metà dei filoncini e finire di cuocerli in un altro momento.
Sistemate altra carta forno su una teglia pulita.
Con un coltello affilato, si può riuscire ad affettare senza rompere i fekkas, in particolare in corrispondenza delle mandorle, tagliando sottilmente ed in diagonale.
Sistemate le fettine sulla teglia e cuocete per 20 minuti, ruotando la teglia a metà cottura per assicurarsi che tutti i biscotti siano egualmente colorati.
Come sapete, i forni hanno la fastidiosa abitudine di colorare i biscotti maggiormente in avanti che nel fondo (o al contrario).
Lasciate che le fekkas si raffreddino completamente prima di sistemarle in un contenitore ermetico.
Si conservano per un mese. Potete anche congelarsi una volta cotti e scongelarli per servirli in un altro momento.

Note personali

  • Per questa ricetta c'è ben poco da dire. Le indicazioni sono perfette al secondo. Se rispetterete le indicazioni dell'autore, non potranno che riuscirvi alla perfezione. 
  • Munitevi di un coltello a lama dritta molto molto affilato. Il taglio deve essere energico e deciso. I biscotti non si sbricioleranno se avrete rispettato il tempo di riposo e non vi preoccupate se i panetti dopo la prima cottura, presenteranno delle crepe in superficie dovute alla lievitazione. Quando avranno riposato e saranno freddi, sarà possibile tagliarli con facilità. Se riuscite a tagliarli allo spessore di 3/4 mm, saranno perfetti.
  • Il lavoro più lungo è lo sminuzzamento delle mandorle. Munitevi di sana pazienza ma fatelo perché la presenza di mandorle intere finirebbe con impedire l'ottenimento di fette sottili ed integre al momento del taglio. Volendo, credo che si possano usare mandorle a lamelle. 
  • Non avendo a disposizione una pellicola resistente al calore, ho avvolto con cura le teglie nei canovacci e li ho coperti completamente con carta stagnola. L'effetto di conservazione dell'umidità interna sarà identico. 
  • Non avendo a disposizione l'estratto di vaniglia, ho utilizzato la scorza di un limone di Sorrento.
  • Il sapore di questi biscotti è fantastico: non essendo molto dolci, con una texture croccante ma friabile, sono irresistibili. Pur essendo sminuzzate, le mandorle e l'uvetta arricchiscono splendidamente il sapore dei Fekkas ed il risultato è che si continuerebbe a mangiarli senza soluzione di continuità. 
  • E chiaro che non posso che annunciare:
PROMOSSA! 

domenica 23 ottobre 2016

INSALATA DI PERE ALL'ACETO BALSAMICO CON PANCETTA, GORGONZOLA E MIELE




Questo è il contributo al Redone di Ottobre di una nostra lettrice, Elena C., che questo mese è anche una Redoner :)

Era da un po' di tempo che non sfogliavo più questo libro. Complice un uggioso pomeriggio autunnale e una pausa relax, ho visto la bella Lorraine preparare questo piatto in un programma tv.
La domanda è stata immediata: Come ho fatto a non notare prima questa ricetta?



INSALATA DI PERE ALL'ACETO BALSAMICO CON PANCETTA, GORGONZOLA E CONDIMENTO "caldo" AL MIELE

Da: “HOME COOKING MADE EASY” di Lorraine Pascale


per 4 persone

Ingredienti:

240 gr di rucola (io misticanza)
16 fette di bacon
2 noci di burro
olio per cuocere
4 pere mondate, private dle torsolo e dei semi, tagliate a quarti
sale e pepe nero macinato al momento
1 cucchiaio di miele, più un po' per il condimento
un po' di aceto balsamico per irrorare più 2 cucchiai per il condimento
1 cucchiaio di senape di Digione
una manciata di pinoli tostati (in padella per 3 minuti)
150 gr gorgonzola spezzettato

PROCEDIMENTO

Distribuire l'insalata in parti uguali, in 4 piatti
Mettere la pancetta in una padella su fuoco medio-alto e farla rosolare fino a quando diventa croccante, poi metterla ad asciugare su carta assorbente.
Nella stessa padella mettere una noce di burro e l'olio su fuoco basso, appena il burro sarà sciolto aggiungere le pere, sale, pepe e un cucchiaio di miele. Alzare la fiamma e cuocere per 5 minuti circa. Irrorare con una spruzzata di aceto balsamico e cuocere per un altro minuto, poi togliere dal fuoco. Tenendo da parte il fondo di cottura, adagiare le pere (4 quarti ogni piatto) e il bacon sull'insalata.
Rimettere la padella sul fuoco, aggiungere la noce di burro rimasta, un po' di miele, la senape, l'aceto balsamico, i pinoli, sale e pepe; cuocere brevemente fino a che il condimento sarà caldo.
Versare il condimento sulle pere e l'insalata, cospargere con il gorgonzola spezzettato e servire.


NOTE:

Io l'ho preparata solo per me, dividendo le quantità per 4.
Il procedimento è breve, la ricetta è spiegata in modo chiaro e semplice, gli ingredienti sono tutti facilmente reperibili ed economici.
Se avete ospiti a cena, in 5 minuti farete un figurone.
Per me non può essere che PROMOSSA CON LODE.

Elena C.

venerdì 21 ottobre 2016

SPICE COOKIES - SPECULOOS


Speculoos. Li faccio ogni tanto, sotto Natale, usando la ricetta del Cavoletto.
Sono sottili, speziati, al limite del piccante,  e molto croccanti. Molto burrosi, vengono un po' bucherellati, almeno a giudicare dalle foto che si vedono in giro. Del risultato cavolettesco mi fido, essendo lei belga come i suddetti biscotti.
Perché sì, gli  speculoos sono belgi, e si danno ai bambini la notte di San Nicola (6 dicembre).
In realtà non differiscono molto dagli svedesi Pepparkokar, i biscotti dell'IKEA che tutti conoscono, anche se nei Pepparkokar c'è il miele e il burro viene aggiunto fuso e raffreddato, mentre in questi viene montato a crema con lo zucchero, e poi ci sono un po' di spezie diverse.
Ah... Le spezie! Croce e delizia!
Ogni ricetta che ho trovato degli speculoos riporta spezie differenti: chi ci mette solo la cannella, chi cannella e zenzero in polvere, chi un mix più o meno ricco e variegato. Insomma, mi sa che sia una di quelle ricette della tradizione e di casa, che ogni famiglia fa a modo suo.
La caratteristica comune alla stragrande maggioranza delle ricette che ho visto in giro, compresa quella del nostra, è l'assenza dell'uovo e il tanto burro: due caratteristiche che non sono proprio nelle corde delle mie farine senza glutine. E infatti, lo dico subito qui, non mi hanno soddisfatto al 100%. L'assenza del glutine non aiuta a trattenere il burro in cottura, e un po' hanno trasudato.
Mia figlia se li è spazzolati in men che non si dica, ma secondo me non erano perfetti, lasciano in bocca una velatura di burro un po' troppo persistente.
Dovrei verificare se questo dipenda dalla ricetta o dall'assenza di glutine, ovvero dovrei sperimentare la ricetta con farine normali, ma in casa mia la farina "normale" non entra, è troppo volatile, quindi per il momento vi lascio con questo dilemma. Se i competentissimi e molto attivi lettori Starbooks hanno voglia di sperimentarli, potete farlo e, dal mese prossimo, ci guadagnate anche una partecipazione al Redone. Chi è che si candida?
L'altro problema dell'assenza di glutine è lo spatascio.
Non uno spatascio grave, ma un po' spatasciati sono.
Li ho provati in due modi diversi: prima come dice Laurancem, ovvero facendoli riposare 12 ore in frigorifero, poi come dico io, cioè facendoli riposare meno di un'ora in freezer. Non ho riscontrato significative differenze fra i due metodi, anche il panetto fatto raffreddare in freezer si taglia benissimo, ma purtroppo si spatascia un po' anche lui.
Il risultato lo vedete dalle foto.



Ma veniamo alla ricetta!!!

Speculoos
Tempo di preparazione: 20 minuti
Tempo di raffreddamento in frigorigero: da 2 a 12 ore
Tempo di cottura: 13-15 minuti ogni infornata

Ingredienti 
(Per una quarantina di biscottini)

Per il mix di spezie
2 e 1/8 cucchiaini di cannella
1/4 di cucchiaino di zenzero in polvere
1/4 di cucchiaino di spezie per gingerbread
1/8 di cucchiaino di zenzero in polvere
1/8 di cucchiaino di semi di anice
  Per l'impasto
260 g di farina per dolci (io Mix per dolci Nutrifree) *170 g di dark brown sugar
150 g di burro, ammorbidito a temperatura ambiente
50 g di fecola di patate *
2 cucchiaini di mix di spezie
2 cucchiai di latte
Cominciate con il mix di spezie. Il nostro suggerisce di raddoppiare le dosi e conservare il mix avanzato per usi futuri. Per preparare il mix niente di difficile: semplicemente mescolare le spezie in polvere. Per sapere quali spezie ho usato, leggere sotto.

Mettete lo zucchero in un'ampia terrina, uniteci le spezie, mescolate e godetevi il profumo inebriante che viene fuori. In effetti il sig. Laurance ha ragione, brown sugar e spezie danno luogo a un bouquet irresistibile, un po' nordico, un po' orientale, al quale non potrete dire di no.
Assicuratevi che il burro sia molto freddo, unitelo allo zucchero e mescolate fino ad ottenere un impasto molto cremoso.
Incorporate quindi la farina e mescolate molto velocemente, senza rilavorare troppo il tutto altrimenti il burro "brucia", basta il tempo di compattare a palla e il più è fatto. A questo punto l'impasto è pronto, avvolgetelo nella pellicola, dategli la forma di un mattoncino allungato e fatelo riposare nel frigorifero da un minimo di 2 ore, a un masimo di 12. Oppure in freezer.

Preriscaldate il forno a 190 °C.

Rivestite una placca per dolci con carta forno (io 2 placche per dolci), tagliate il panetto a fettine molto sottili (circa 5 mm di spessore), disponetele ben separate sulla placca e cuocete da 13 a 15 minuti, finché scuriscono leggermente. Estraetele dal forno e fatele raffreddare su una gratella per dolci. Si conservano in un contenitore a chiusura ermetica.

NOTE
Brown sugar: ormai è diventato piuttosto reperibile anche dalle nostre parti, io ad esempio trovo quello della Lyle in vari supermercatini etnici e presso il mitico Old England Store, un nome un programma. Se proprio non c'è verso di reperirlo, fatevelo in casa mescolando zucchero bianco e melassa (che si trova ancor più facilmente del Brown Sugar, ad esempio da Naturasì). La ricetta originale prevederebbe il brown sugar Vergeoise, o la cassonade, l'autore dice che il brown sugar anglosassone è un perfetto sostituto, mentre secondo lui non lo è il muscovado. In effetti, se pure molto profumati entrambi, hanno profumi molto diversi, e il sapore di melassa, con quel suo retrogusto di liquirizia, è unico. 
Unica nota: il mio brown sugar è molto brown, quindi individuare quando i biscotti scuriscono non è facile, e al contempo il rischio di bruciarli elevato. Quindi attenti, e state con il muso appiccicato allo sportello del forno durante questi in fondo pochi minuti di cottura. 

Mix di spezie: come dicevo nell'introduzione ho trovato ricette di Speculoos con più o meno ogni combinazione di spezie immaginabile, purché non manchi la cannella. Laurance propone di farselo in casa, ma poi mi parla di un "mix per spezie per gingerbread" che, quello sì, dalle nostre parti non è facile reperire. Io alla fine alla miscela proposta, facendo delle ricerche in rete, ho deciso di aggiungere una puntina di noce moscata, un pezzettinno di macis, due o tre chiodi di garofano e una bella spolverata di allspice, oltre ad un altro cucchiaino abbondante di cannella che comunque è di questo mix è la regina. 

Assenza di lievito: Laurance si raccomanda ripetutamente: niente lievito per dolci, niente baking powder, niente soda. Questi biscotti devono restare croccantissimi, non ci va aggiunto niente che li faccia lievitare! Io ho eseguito ed effettivamente c'è tutta la croccantezza che ci deve essere.

Burro: sono  biscotti molto ricchi di burro, e senza uova. Per la versione senza glutine, entrambe caratteristiche non molto gestibili, in quanto l'assenza maglia glutinica rende l'impasto meno legato e tende a rilasciare un po' di burro, olrre a spatasciarsi in cottura. Insomma, nel senza glutine qualche problemino c'è, ma il sapore è invece squisito e irresistibile.  Proprio per questa ricchezza di burro è indispensabile il raffreddamento, che è una fase che non potete proprio omettere. Per la versione senza glutine, la prossima volta comunque il burro un poco lo ridurrò.

Riposo in frigorifero. se si stende l'impasto appena fatto e si cuociono subito i biscotti, verrà fuori un bel flatbread spatasciato. Io ho provato due versioni, o mettendo il panetto a lungo in frigorifero o mettendolo in freezer. Entrame le soluzioni hanno contenuto i danni senza riuscire ad eliminare completamente il problema. Però il sapore dei biscottini ci ripaga totalmente delle imperzioni della forma

Complessivamente, tenendo anche conto delle difficoltà intrinseche al senza glutine, la ricetta è

PROMOSSA

giovedì 20 ottobre 2016

MILLIONAIRE'S SHORTBREAD



Questo me lo ricordo bene, la prima volta che l'ho assaggiato.
Uno dei primi pranzi con variopinto e variegato gruppo di signore tutte expat come me, con una decina di lingue parlate e ancora più piatti da assaggiare.
E me lo ricordo non perchè, come prevedibile, mi piacque da morire.
D'altronde potrebbe non piacermi una base friabile coperta da caramello in abbondanza e un sottile strato di cioccolato?
Ma piuttosto perchè la simpaticissima signora inglese si rifiutò di darmene la ricetta, adducendo scuse ridicole.
Ero ancora buona, ai tempi, e invece che risponderle a tono me la sono cercata su internet.
Così oggi so che anche se gli scozzesi ne rivendicano la paternità il dolce parre sia apparso per la prima volta in Australia.
La mia versione cialtrona, con il caramello fatto con l'amatissimo latte condensato, era già buonissima.
Vediamo se quella di Bernard Laurance sia meglio? ;)




INGREDIENTI
per una teglia quadrata da 21 cm

per la base
120 g di burro salato a temperatura ambiente
60 g di zucchero
180 g di farina

per la copertura al caramello
150 g di brown sugar
la punta di un cucchiaino di sale
25 g di miele
175 g di burro
una lattina di latte condensato da 397 g
200 g di cioccolato al latte, per lo strato finale

Preriscaldare il forno a 180 gradi e foderare una teglia quadrata da 21 cm di lato con carta forno.
Preparare la base: sbattere burro e zucchero finchè si otterrà un composto cremoso, usando il gancio a K nel caso si usasse l'impastatrice. Infine unire la farina con una spatola continuando a sbattere, senza lavorare troppo e fermandosi appena il tutto è amalgamato.
Versare l'impasto, che sarà morbido e cremoso, nella teglia appiattendolo con le mani ed infine livellandolo con il dorso di un cucchiaio.
Cuocere per circa 25 minuti, tempo che permetterà alla base di colorire appena. Lasciare da parte ad intiepidire.
Preparare quindi il caramello: mettere in una pentolo a fondo spesso il brown sugar, il sale, il miele ed il burro. Portare a bollore su fuoco medio girando spesso e far sobbollire per tre o quattro minuti.
Unire quindi il latte condensato e riportare a bollore senza mai smettere di mescolare.
Far sobbollire sempre mescolando per otto-dieci minuti, finchè il composto addenserà.
Versare subito sulla base e far raffreddare completamente a temperatura ambiente, quindi passare in frigo per  due ore.
Sciogliere quindi il cioccolato a bagnomaria o con brevissimi passaggi al microonde e versarlo subito sul caramello usando una spatola per livellarlo oppure roteando la teglia in modo da ottenere una superficie liscia.
Dopo circa dieci minuti, quando il cioccolato comincerà a rapprendere ma non sarà completamente solido tagliare il dolce in sedici porzioni usando un coltello affilato che verrà bagnato in acqua molto calda dopo ogni incisione.
Conservare in un contenitore ermetico.

NOTE

- il dolce non presenta alcuna difficoltà ed è riuscito perfettamente al primo tentativo. La cottura del caramello ha rispettato al secondo i tempi dati e si è rivelato assolutamente perfetto nel sapore ma soprattutto nella consistenza. Una mega caramella mou, per intenderci e perfettamente bilanciata, non stucchevole.

- l'aggiunta del sale nel caramello e nello shortbread di base è un tocco irresistibile. Spesso uso burro salato nelle frolle e devo dire che esalta il sapore dei ripieni in maniera particolare. D'altronde "caramel au beurre salé" devono essere state le prime parole francesi che ho imparato.

- il cioccolato della copertura è indicato al latte, e non ci sta male. Ma un velo di fondente, vista la profusione di zucchero dei due strati precedenti, forse sarebbe preferibile. Scioglierlo nel microonde richiede, diciamo così, una certa padronanza del mezzo per cui se non siete sicuri andate sul più sicuro bagnomaria.

- il dolce si conserva bene diversi giorni, ma anche questo è di una pericolosità sociale elevatissima, mettendo alla prova qualunque buon proposito di dieta o mangiar sano. L'autore lo definisce una combinazione diabolica, e come dargli torto?

- il brown sugar, come detto mille volte, non è lo zucchero di canna. Trovate qui una esauriente spiegazione e come farlo in casa se non doveste trovarlo al super.

- una piccola curiosità sul nome: perchè Millionaire's Shortbread? Perchè con l'aggiunta del caramello e del cioccolato diventa una versione super ricca del classico shortbread.

E' quindi 
PROMOSSO CON LODE